Per il mecenatismo / contro la finanziarizzazione
Contemplando il panorama dell’arte contemporanea, si sarebbe portati a credere che l’unico valore difeso sia quello di scambio. Tra fondi di investimento che trattano le opere d’arte come prodotti derivati e artisti che operano come veri e propri brand, il sistema dell’arte ormai si configura come un settore specifico dell’industria finanziaria. In questa prospettiva, sulle istanze culturali prevalgono le strutture e le strategie commerciali: ogni anno più di 150 fiere di settore presidiano in tutto il mondo un business che si fa sempre più esclusivo. Nel frattempo, le gallerie e le case d’asta più potenti si muovono come veri e propri imperi economici, con filiali nelle principali metropoli globali, accessibili ai pochi fortunati che possono alimentare il flusso di cassa.
Per non menzionare l’enorme problema del costo ambientale dell’intera filiera. Recentemente ha fatto molto discutere l’inchiesta condotta sull’argomento dal «Financial Times», dal titolo “How do the Art Fairs contribute to the climate crisis?”, ma sarebbe ingenuo confinare il problema alle fiere, quando è l’intera concezione dominante nel mondo dell’arte contemporanea a essere insostenibile. Basti pensare alle colonne di mezzi inquinanti impiegati per il trasporto di opere, curatori, critici e pubblico ogni anno in tutto il pianeta.
Eppure, fintanto che esisteranno percorsi artistici esterni a queste catene di valore, sarà possibile praticare delle strade alternative. Se l’arte muove da un’eccedenza vitale, allora può risiedere ovunque. Non occorrono dei galleristi per avere un artista: questa è la certezza che guida le nostre scelte. All’esclusività dei grandi nomi che alimentano i circoli del jet set artistico, preferiamo opporre una prospettiva di accessibilità; alla finanziarizzazione dell’arte la pratica del mecenatismo; all’impatto ambientale, le politiche della sostenibilità. Supportare gli artisti che si collocano al di fuori dei grandi circuiti e favorire la conoscenza del loro lavoro: è la sfida che ci siamo posti alla Fondazione Gold Note per l’Arte.